testo Daniele Astrologo Abadal
La scelta del Centro sportivo NEI come luogo dove installare un’opera ad hoc, di tipo audio ambientale ha già nella struttura della sede dei contenuti intrinseci rintracciabili nell’utenza abituale, in gran parte formata da adolescenti. Valutazione confermata dalla zona interessata dalla diffusione acustica, punto di passaggio obbligato per accedere alle piscine, centro nevralgico dell’architettura organizzativa perché aperto alla segreteria, al bar e vicino all’ingresso della sala lettura e della palestra. Chi frequenta il NEI non sfugge al bagno delle onde sonore che si qualificano per la loro natura immersiva, quasi fossero colte in una dimensione acquatica che restituisce un senso di sospensione.
Lo stesso titolo dell’opera, Apnea, si rifà a questa idea di arresto momentaneo, come quando si trattiene il respiro nel nuoto subacqueo oppure quando si resta senza perché di fronte a una grande emozione. Tensioni e pressioni emotive da togliere il respiro, tipiche, appunto, dell’età dell’adolescenza. Un’apnea eterea, ambientale, dalle molteplici sfumature psicologiche e relazionali che qui trovano il proprio compimento. Le fotografie scattate in esterno danno rilievo all’architettura, con le sue barriere, i luoghi di sosta e di dialogo, non senza perdere di vista quel pattern decorativo continuo del tutto simile alla trascrizione visiva di una banda sonora.
La traccia elaborata da Simona Barbera non ha questo approccio policromo e giocoso, si avvale di un ampio spettro di frequenze, campioni audio elaborati digitalmente che infondono un senso di apnea, focalizzandosi sulla presenza corporea in stato di assenza.